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martedì 23 agosto 2011

Northanger Abbey

Nell'immagine Felicity Jones (Catherine Morland), J.J. Feild (Henry Tilney), dall'omonimo film del 2007

Il romanzo si compone di due volumi di 15 capitoli ciascuno, più un capitolo finale (che rappresenta una sorta d'appendice), presente in quasi tutti i romanzi della Austen. Di per sé il libro non ha una trama particolarmente viva e neanche i personaggi hanno qualcosa di interessante: non ci sono grandi passioni, né personalità complesse. La storia ruota intorno all'anti-eroina Catherine Morland, diciassettenne ingenua e un po' ignorante, che da un villaggio di campagna viene invitata dalla famiglia Allen a trascorrere un periodo di vacanza a Bath: qua ella ha i primi approcci con la società di allora, fatta di apparenza e sentimentalismo, tra un ballo, una sera a teatro ed una passeggiata nella via principale. Agli antipodi sono le due famiglie che Catherine incontra sul suo cammino: i Thorpe e i Tilney, i cattivi e i buoni. Il viaggio all'Abbazia di Northanger causerà in Catherine un uso smodato della sua immaginazione, sino ad immaginare un delitto mai compiuto e a ricercare nei cassetti documenti persi nel tempo, ottenendo sempre nella realtà grosse delusioni. Filo conduttore l'adorazione di Catherine per Henry Tilney, che sfocerà, dopo alcune difficoltà e malintesi, nel matrimonio.



L'abbazia di Northanger non ha nulla di nuovo: non è innovativo e la sua protagonista è un'anti-eroina elevata spesso a ruolo d'eroina, con le sue piccole indagini all'interno dell'abbazia, ma è in realtà un personaggio ingenuo, semplice, distante dalle figure di donne cui la letteratura aveva abituato (vedi Pamela, o la virtù premiata di Samuel Richardson), ma è una parodia ben riuscita del romanzo sentimentale (già affrontato da Henry Fielding in Shamela e Joseph Andrews) e del romanzo gotico, così in voga allora. Molte volte viene nominato I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe, uno dei romanzi gotici più famosi in quegli anni.

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Mia recensione

“Nessuno, che avesse conosciuto Catherine Morland al tempo della sua un’infanzia, avrebbe veduto in lei una futura eroina. La sua condizione, il carattere dei genitori, il suo aspetto e la sua natura, tutto le era avverso".

Inizia così Northanger Abbey, terminato nel 1803 ma pubblicato postumo, nel 1818.
Il più ironico tra i romanzi di Jane Austen, Northanger Abbey rappresenta la parodia del romanzo gotico, molto in voga ai tempi della Austen e, non a caso tra le pagine del libro viene richiamato spesso il romanzo di Ann Radcliffe "I misteri di Udolpho", che all'epoca era considerato il libro più rappresentativo del genere gotico.

Personalmente ho letto questo libro in poco tempo e l'ho trovata una lettura assai piacevole e anche divertente (basti pensare alla scena del sécretaire, con la nostra enti-eroina convinta di trovare chissà quali arcani nei cassetti!) e molto ironico. Una ironia brillante dove lo humor austeniano strappa il sorriso al lettore e lo fa applaudire una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, il talento ed il genio di Miss Austen.




3 commenti:

  1. Io non l'ho mai letto...attendo che arrivi come libro da leggere al GdL! :)
    baci Baci

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  2. ..l'ho letto d'un fiato.....Mi è sembrato divertente e ironico! La scrittura scivola via veloce e la descrizione dei personaggi molto bella.....mi sembrava di essere lì con loro! Non sono riuscita ad attendere la lettura da parte del GdL! :)

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